Storie - Histories
Caymus Vineyard, immigrati alsaziani di nome Wagner creano a Rutherfod, nel cuore della Napa Valley un impero. Dunn creerà poi il Cabernet Sauvignon special reserve che ne farà la reputazione.
Ritorniamo sui passi di Rutherford(link sottostante in francese-traduzione a breve), del quale ne abbiamo già evocato il nome, per parlare di Caymus Vineyards. Una casa storica che vanta radici europee, alsaziane per la precisione.
Molti viticoltori americani, anche di quelli che “c’è l’hanno fatta”, risentono il fascino di mostrare le loro radici francesi nel vino(ed italiane quando sono ai fornelli dei ristoranti aggiungerei).
La famiglia Wagners, proprietaria della tenuta, emigrò in America agli inizi del 900′. Carl Wagners, piantò in queste terre riesling, pinot nero e cabernet sauvignon le cui piante provenivano da Fay Vineyard, oggi Stag’s Leap Wine Cellars(link in francese-traduzione in arrivo).
Siamo nel cuore di Napa Valley, con una altitudine non particolarmente elevata, un suolo vulcanico con qualche detrito proveniente dalle montagne circostanti. Non lontano dal Napa River che separa questo bel pezzo di terra profondamente agricolo e vitivinicolo dalla cittadina di Rutherford.
I vicini di Wagners alle origini erano case vinicole familiari che diventeranno pietre miliari a Napa. Qualche decennio dopo, le tenute agricole di questa zona vedranno le luci della ribalta
quando alla lista dei proprietari di vigneti, star di Hollywood e personaggi pubblici, acquisteranno delle proprietà.
Oggi i vicini di Caymus Vineyard sono case come Mumm, Heitz, Frog’s Leap, nomi importanti tuttavia.
Quando Carl Wagners creò la casa vinicola, la coltura era promiscua e qualche decennio più tardi, progressivamente si passò alla produzione di vino. Il mondo però iniziò ad interessarsi a Caymus quando Dunn entrò nel team, producendo(in particolare), in 5.5 ettari molto speciali, il Cabernet Sauvignon Special Reserve. Da uve mature, ricco, 6000 bottiglie all’anno con un affinamento in legno nuovo e non. Questo vino nasce nel 1972, prima annata ed è stato prodotto tutti gli anni.
E’ un vino ricco ed intenso che ha spesso attirato critiche per la sua struttura imponente in alcool e morbidezza, evocando in alcuni, la critica di un gusto che tende quasi al dolce. Ho avuto la fortuna, come potete vedere nella foto sottostante(mi scuso per l’etichetta non in ottimo stato) di poter assaggiare un 1992.
Un colore granato-tegolato, ancora molto vivo con qualche sedimento in sospensione(ovviamente vista l’età avanzata). Un naso di profumi evoluti che ricordano sia i porcini ed il tartufo, sia la macchia mediterranea. Qualche nota salmastra arricchiva questo ventaglio aromatico molto complesso di cui potremmo parlarne per delle ore. In bocca eccellente, con un tannino finissimo ed una struttura imponente. Raffinatissimo e di grande lunghezza. Non me la sento di proporre un abbinamento in quanto questo vino è da meditazione.
Può accompagnare un ragù di lepre, oppure un boeuf bourguignon.
Giovanni Curcio