Storie - Histories
Si fa presto a dire Cocktail, ma il perché?
Tutti sappiamo di cosa si tratta quando parliamo di cocktail: una bevanda alcolica a base di un distillato (whisky, vodka, gin,…), un ingrediente aromatico (liquore, sciroppo,…) et uno di corpo (bitter, vermouth, succo di limone,…), che conferirà al cocktail una certa lunghezza in bocca et che ci invoglierà a berne un altro sorso.
Ma da dove viene la parola cocktail?
Le leggende intorno a questa parola sono numerose, e ciascuna, come ogni buona leggenda che si rispetti, ha un fondo di verità. La maggior parte ha un punto in comune, il gallo (cock in inglese).
La prima racconta che uno dei primi barman aveva per abitudine di preparare delle bevande miscelando i distillati con dei succhi di frutta e a causa del loro colore, che ricordava quello della coda di un gallo, li chiamò appunto cocktail.
La seconda narra che su di un battello da crociera che navigava sul Mississipi, un barman preparava dei drinks all’interno di una caraffa la cui forma ricordava un gallo.
Una terza parla di un barman messicano che era solito decorare i suoi bicchieri con delle bellissime piume colorate della coda di un gallo.
Un’altra ancora viene da un bar di New Orleans, dove un barman serviva i cocktail in piccoli bicchieri chiamati in francese “coquetiers” (usati solitamente per servire le uova “à la coque”), che con l’accento statunitense divennero dapprima coquetelle, e poi il definitivo cocktail.
L’ultima leggenda di cui voglio parlarvi ha delle radici molto più antiche, ai piedi delle piramidi Maya. Un ragazzo vorrebbe chiedere la sua amata in sposa, cercò allora di convincere i genitori preparando una bevanda miscelata, e loro entusiasti accettarono. La ragazza in questione si chiamava Cochtil.
Adesso spetta a voi scegliere a quale credere, io sono una persona molto romantica, la mia scelta ricade quindi su quest’ultima, e voi ?
Michele Crippa
Maître d’hôtel, Lucas Carton Paris