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Storie - Histories

Si è vero, i grandi Chardonnay sono in Borgogna, ma avete mai assaggiato il White Bones di Catena Zapata? Sebastien ve lo racconta.

Sebastien Ferrara

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Si è vero, i grandi Chardonnay sono in Borgogna, ma avete mai assaggiato il White Bones? io si e lo berrei tutti i giorni.

In Italia non vi è la cultura di bere vini di queste zone, anche perchè consumiamo molto del nostro vino, sostenendo in modo esemplare le attività del nostro paese, ma se dovessimo soffermarci un attimo e decidere di voler viaggiare un pochino più in la? io quando assaggio determinati vini che mi fanno viaggiare sono quasi più contento rispetto alla diciamo normalità delle degustazioni. Abbiamo la fortuna noi sommelier.. di poter viaggiare anche da fermi, assaggiano e facendo volare i nostri ricordi di degustazione nella mente, fino a che, in quel piccolissimo angolo di memoria andiamo a scoprire un ricordo.. un profumo..un’emozione.

Diversi sono stati gli inviti per poter andare a trovare questa famiglia, ma per motivi di tempo ancora non sono riuscito a fare questo meraviglioso viaggio.

Come avrete capito dalla fotografia oggi vi parlerò della Bodega Catena Zapata, ai piedi delle Ande, azienda che ha una storia di oltre 100 anni, conosciuta soprattutto per la coltivazione di alcuni vitigni molto conosciuti, in modo particolare a Mendoza, il Malbec ma anche lo Chardonnay, di cui vi parlerò più avanti e il Cabernet Sauvignon.

Un passo importante avvenne negli anni 80 quando Nicolàs Catena decise di piantare il Malbec ad un’altitudine nella quale davvero pochi credevano ed iniziando a studiare il clima, il suolo e le esposizioni, per cercare di far nascere un vino degno del territorio e che rispecchiasse in modo egregio le sue caratteristiche.

Laura Catena è viticultore della famiglia Catena Zapata (quarta generazione), ha condotto studi innovativi a 360 gradi nel mondo del vino e soprattutto della viticoltura sostenibile ad alta quota, ha viaggiato in tutto il mondo tenendo conferenze sul vino argentino.

Nicolàs va ribadito che è davvero stato il primo a credere nella viticultura d’altura in zona, pensate che il vigneto Adrianna a Gualtallary è a quasi 5.000 piedi sopra il mare.

Il clima qui è molto diverso dal resto del mondo in quanto l’altitudine è estrema con notti fredde e giorni molto soleggiati.

Ora concentriamoci su un vigneto che a me piace davvero molto, il vigneto Adrianna, definito anche il Grand Cru del sud America.

La storia risale dal lontano 1898 con la migrazione dall’Italia all’Argentina del nonno di Laura Catena, Nicola Catena nella sua convinzione di avere trovato una terra davvero speciale e nel 1902 piantò il suo primo vigneto dedicato al Malbec.

Negli anni 80 il padre di Laura si trasferì in California ma sentendo lo sviluppo che avveniva nella Napa Valley si chiese se tutto ciò fosse possibile anche Argentina, allora tra il 1985 ed il 1992 avvenne la prima vera e propria rivoluzione vendendo ogni parte di terra che non fosse di grande importanza per la produzione di vino di alta qualità.

Tra il 1992 ed il 2001 avvenne la scoperta del clima freddo e dell’alta quota stabilendosi a Gualtallary Alto, distretto più alto del Tupungato…

ma la cosa incredibile sapete qual era ? Non vi era la presenza di alcun vigneto all’epoca!

Una piccola collina fu decisiva per il padre di Laura nel decidere di piantare qualche talea di Chardonnay e Cabernet Sauvignon provenienti dalla Francia e anche del Malbec, nessuno credeva nelle uve rosse perchè il clima era troppo freddo. Possiamo immaginarlo… 1500 metri.

Dal 2001 ad oggi si sono consolidati, aggiungendo terreni da coltivare i vari vitigni e avendo finalmente la certezza dei risultati, trovando i vini ottimi in ogni loro caratteristica, i rossi strutturati con un bel tannino vivo e ricchi, proprio come li volevano loro, gli Chardonnay molto freschi, minerali e grassi.

Questa vigna chiamata Adrianna prende il nome dalla sorella minore di Laura.

Vigneto che rappresenta il viaggio dei 100 anni della famiglia, sogno che iniziò nel 1898.

Questo Chardonnay proviene dai filari selezionati migliori del Vigneto Adrianna, il sottosuolo è ricco di calcare e animali fossili all’interno dei resti di unn fiume che un tempo attraversava la regione.

Un vino dalle note estremamente fresche, aiutato dalle temperature.

Non sempre facile alla cieca posizionare questo vino in Argentina…anzi abbastanza difficile, soprattutto se non lo si ha mai assaggiato.

La mia conclusione è che questa famiglia ha reso famoso un territorio dove prima c’era ben poco e che produce ottimi vini. Ma il White Bones mi ha veramente colpito per finezza, eleganza e mineralità. Vinificato in acciaio e poi un passaggio in legno francese con la fermentazione malolattica parzialmente svolta.

Normalmente le gradazioni alcoliche sono piuttosto alte in queste zone, ma suoi bianchi, grazie a tanti fattori sono nella norma, a volte più bassi di quelli europei.

Non vedo l’ora di poter affrontare questo viaggio per andare a visitare uno dei posti più sorprendenti che esistano, tra bellissime persone, paesaggi pazzeschi e ottimo vino.

Sebastien Ferrara

Direttore e Sommelier

Ristorante Enrico Bartolini Mudec

Milano

https://www.instagram.com/sebastien_ferrara/?hl=it

Sebastien Ferrara è il direttore e sommelier del Ristorante Enrico Bartolini Mudec, 3 stelle Michelin a Milano. Ha effettuato eccellenti esperienze lavorative in Francia, Inghilterra e Svizzera per diversi anni nel settore della ristorazione.

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