Storie - Histories
In Armenia, terra dove la cultura della vite e del vino sono secolari, e Zorah ne è un chiaro esempio
Oggi ho scelto di raccontarvi un luogo dove l’enologia è saldamente radicata da millenni. Una terra dove le montagne proteggono le viti, mai contagiate dalla fillossera, e dove le temperature scendono e salgono di parecchi gradi a seconda della stagione.
Qui siamo in Armenia e più precisamente nella regione di Vaytos Dyzor, dove Zorik Gharibian ha fondato il vigneto Zorah. La scelta della regione non è banale, Vaytos Dyzor è la più antica per la produzione di vino, e c’è traccia di una cantina risalente a seimila anni fa.
Le vigne sono antichissime, basti pensare che la fillossera non è mai arrivata su queste terre a 1.400 / 1.600 metri sul livello del mare.
Zorik ha iniziato la sua avventura negli anni 2000, quando la conoscenza della sperimentazione sui vitigni autoctoni e soprattutto su un territorio come l’Armenia non era un obiettivo in sé. In effetti, le priorità erano abbastanza diverse a causa della sua indipendenza.
Con il suo enologo toscano, iniziano studiando l’utilizzo delle botti, che risultava insoddisfacente sia qualitativamente che territorialmente, decidendo così di riprendere le anfore.
Gli sbalzi termici in questo territorio sono molto importanti, da -20 in inverno a 40 gradi in estate. Un’antica leggenda afferma che fu Noè a creare il primo vigneto ai piedi del monte Ararat, utilizzando in seguito le anfore per la conservazione del vino.
I tre vini prodotti sono i seguenti:
Zorah Voskì è un vino bianco, creato dalla miscela di 2 vitigni armeni indigeni (50% ciascuno) Voskeàt e Garddmak. Questo vino è il risultato di diversi anni di prove, iniziate da 8 autoctoni, per arrivare a solo 2. Voskì significa “Oro” per ricordare il colore del vino e la varietà Voskeàt.
Zorah Karasì è un rosso, creato dall’uva Areli Noir, un vitigno millenario originario dell’Armenia .
L’ultima Zorah Yeraz, è sicuramente la mia preferita. Si tratta di un vino rosso nato da vitigni ultra secolari posti a quota 1600 m. La vendemmia di queste uve, data l’estrema altitudine, avviene sempre a fine ottobre. Questo vigneto era semi-abbandonato ed è stato riscoperto e rivitalizzato da Zorah.