Storie - Histories

San Leonardo: una tenuta storica ai piedi delle Dolomiti Trentine

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Sono molto legato a questo vino e lo sono da diversi anni. La tenuta San Leonardo è un luogo magico, ricco di storia, con una cappella che resistette miracolosamente a tutti i violenti bombardamenti della guerra. È il cane Winnie che non manca mai di farti divertire. È aria pulita. Ma, soprattutto, sono persone come il marchese Anselmo, Fulvio, e tutti coloro che ci mettono il cuore, lo spirito, la passione e tutto ciò che hanno per rendere unici questi vini.

San Leonardo rappresenta la storia della famiglia Gonzaga. Ogni volta che torno, mi sento come a casa. Non è molto difficile per chi conosce questo vino immaginarne la grandiosità prima di assaggiarlo. Qui i vini sono realizzati in modo tale da renderli perfetti, eleganti e fini. Sono il riflesso di un terroir, di uno spirito e di una personalità degna di chi li produce. La storia risale a più di 1000 anni fa, quando era un monastero, poi, 300 anni fa, la tenuta divenne la residenza dei marchesi Guerrieri Gonzaga.

Nel 1894 vi fu una vera svolta, quando il marchese Tullo, nonno di Carlo Guerrieri Gonzaga, sposò Gemma de Gresti, la cui famiglia era proprietaria della Tenuta San Leonardo da più di due secoli. Grande merito però va a Carlo Guerrieri Gonzaga, enologo di famiglia e amante dei grandi vini bordolesi. Da lui è nata l’idea di proseguire gli studi e viaggiare regolarmente tra la Francia e l’Italia, più precisamente in Toscana. Iniziò, così, il consiglio, nella proprietà di San Guido, con Mario Incisa della Rocchetta. Da quando, poi, il figlio Anselmo, direttore della tenuta, lavora a tempo pieno al progetto di famiglia i vini prodotti sono diversi a seconda delle annate.

Trento Doc Riserva: il loro avvolgente Riesling; le Vette di San Leonardo: un sauvignon molto fresco e piacevole; Terre di San Leonardo: un classico taglio bordolese di Cabernet, Merlot e Carmenère; Villa Gresti: una Carmenère in purezza che vi consiglio di far invecchiare in cantina poiché darà il meglio di sé solo tra pochi anni. Vi è, poi, il San Leonardo: il vino simbolo della tenuta, composto da Cabernet Sauvignon, Carmenère e Merlot. La vinificazione avviene in botti di primo, secondo e terzo passaggio. È un vino con un grande potenziale di invecchiamento di oltre 30 anni.

Ricordo di aver assaggiato diverse annate, tra cui la 1982 (prima annata prodotta) 1985, 1986 e 1988 che mi colpì per la sua integrità, un vino vibrante con tutte le componenti ancora vive. Il 1990 è stato estremamente fresco ed equilibrato. Anche se il 1993 non è stata una grande annata nel complesso, signore e signori, assaggiatela e rimarrete sorpresi. Il 1995 è ancora ricco di frutta, con note di liquirizia dolce e tannini ancora forti. Il 1999 è molto sottile, si potrebbe quasi confondere con un Bolgheri grande ma fatto in montagna. Il 2004 è molto complesso, con tannini morbidi. Il 2005 è ora pronto da bere, armonico con una delicata speziatura. Secondo me il 2006, il 2008, il 2010, il 2011 sono tutti fantastici. Tuttavia, le annate 1984, 1989, 1992, 1998 e 2002 non sono state prodotte. Recentemente sono stati piantati nuovi vigneti in collina, per ricercare più freschezza e mineralità. Vale la pena andare a visitare queste tenute, perché sono il passato, il presente e il futuro. Tra i più grandi vini rossi d’Italia.

Sebastien Ferrara

Sommelier e Direttore, Mudec-Enrico Bartolini, Milano

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