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Storie - Histories

Un vitigno di antiche origine, il Papazkarasi. Coltivato in Tracia.

Daniele Montano

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Vino: Papazkarasi 2016-Produttore: EdrineVineyards-Vitigno: Papazkarasi-Single Vineyards: Demir Bey Baglari-Vintage: 2016

Il Papazkarasi è un vitigno di antiche origine, coltivato nella regione della Tracia (Trakya) nella Turchia del Nord, zona di confine tra Bulgaria e Grecia, nelle vicinanze della storica città di Edirne (Adrianopoli) antica capitale dell’ Impero Ottomano prima della caduta di Costantinopoli.

Le origini ampelografiche sono incerte, alcuni studiosi ritengono che sia un Prokupac incrociato naturalmente, (vitigno presente in Serbia e Macedonia) altri ritengono che sia un lontano parente del Kadarka ungherese. Questo vitigno e presente anche in Grecia dove prende il nome di Kara Papas.

Il vitigno si esprime al meglio su terreni granitici come appunto quelli del massiccio montuoso

dello Strandja (Strandzha). I vitigni più importanti si trovano nella zona di Kirklareli e Edirne.

Tipico di questo vitigno sono i piccoli grappoli e le basse rese, pochi tannini ma spiccata acidità.

Il vino che vi presento è prodotto da un singolo vigneto, Demir Bey Baglari, situato nel villaggio di Yeniköy, questo gradevolissimo vino si presenta così:

Dal colore particolare tra un rosa chiaretto e un rosso rubino scarico, sono davvero pochi i riflessi tendenti al rosso porpora, ricorda il colore del pepe rosa di Bodrum(foto sottostante) o quello delle ciliegie in fase di maturazione, molto limpido quasi cristallino, splendida la lucentezza e la vivacità, normale è la poca profondità cromatica che è tipica del vitigno, nel calice risulta abbastanza consistente.

Alla vista sarebbe paragonabile ad un pinot nero alsaziano molto scarico, o a un grignolino del monferrato, quasi ad un cerasuolo abruzzese o a un lagrein rosato di buona estrazione.

Al naso offre una discreta intensità e persistenza, profumi di buona qualità tendenzialmente fruttati e floreali. Sono nette le note di geranio e ciliegia, rosa appassita, zucchero caramellato e mou. Una particolare nota speziata di pepe rosa e una piacevole nota aromatica quasi orientale, legno di sandalo e incenso sono una piacevole e inaspettata sorpresa.

Alla beva risulta decisamente secco, fresco e sapido, poco tannico e molto asciutto, praticamente ad aiutare e sostenere la parte morbida interviene un grado alcolico di 14,5%….

Direi un vino di discreto corpo, abbastanza equilibrato a 4 anni dalla vendemmia, poco intenso e persistente, ma fine e piacevole, in conclusione abbastanza armonico e pronto ma con ancora 3-4 anni di invecchiamento facilmente raggiungibile.

Consiglio di provarlo, è comunque un’esperienza provare le antiche varietà turche, l’origine della vite e dell’enologia è sicuramente e storicamente passata da queste parti o forse me ne perdoni la Mesopotamia…è nata qui!

Un vino poco impegnativo di facile beva e piacevole, leggermente aromatico e asciutto, lo berrei in primavera o in estate con del semplice pollame arrosto, io lo ho provato con gallina bollita in brodo di verdure e devo dire che aveva il suo perché, non escludo abbinamenti con salumi e formaggi non troppo stagionati, se fossi in Francia correrei il rischio di abbinarlo a un râblet de lapin, se fossi in Italia lo berrei con un coniglio alla ligure, e quando sono in Turchia lo proverei con un piatto tipico anche se di un’altra zona differente dal luogo di produzione del vino stesso: anali kizli un piatto tipico di Malatya, polpette di carne in brodo.

Salute! Serefe!

Daniele Montano

https://www.linkedin.com/in/danielemontano/

Un manager italiano di F&B che vive in Turchia, consulente di vini e amante del cibo. Credo che a volte la strada meno battuta sia un luogo intrigante, soprattutto quando porta ad una qualità del servizio estremamente elevata.

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