Storie - Histories
Maury terra selvaggia
Ci spostiamo a qualche ora di macchina da Perpignan,per andare verso Maury.
Siamo nella parte interna del Roussillon, lontano dalle zone turistiche di Collioure e di Banyuls(parleremo dei loro vini in seguito).
Come dicevo siamo nell’entroterra, dopo Tautavel, vicini a La Tour de France, dove ancora oggi erge una roccaforte.
Un paesaggio che ricorda quasi alcune zone spagnole. Un ricordo piuttosto per l’entroterra della costa brava, verso Montsant sempre in Catalogna.
Una zona arida d’estate e di giorno, molto fresca la notte ed in inverno.
Non bisogna dimenticare che siamo in presenza di terreni poverissimi e ricchi di scisto, del quale abbiamo già parlato in precedenza.
Le escursioni termiche permettono a uve come il muscat a petit grain o d’alexandrie di esprimere una aromaticità unica e raffinatissima.
Il grenache è il re incontrastato accompagnato dal syrah, ed in queste terre esprimono una finezza che raramente ritroveremo.
Vini di carattere dunque, ma anche di spiccata complessità ed eleganza.
Ci dirigiamo verso la cave cooperative che fu creata nella seconda metà dell’800′ sull’impulso di alcuni signori(all’epoca dei simil-latifondisti) e dei contadini che li seguirono.
Il motivo della creazione è molto diverso da quello di altre cave cooperative.
Di solito quando più contadini, produttori formano una cooperativa è per combattere l’ingiustizia della filiera commerciale. A Maury no, c’era bisogno di un posto grande ed attrezzato per vinificare, visti i luoghi difficili, le annate irregolari nelle differenti parcelle, ma soprattutto un luogo che permettesse di poter affinare i loro vini con una serenità maggiore.
Questa cantina cooperativa ebbe anche qualche incendio ad inizio 900′ e sopravvisse ad annate complicate come quella del 1906, senza dimenticare la fillossera che arrancava ancora in quegli anni(non è che sia sparita ma oggi siamo molto più in grado di domarla).
La cantina cooperativa offre un moscato fresco e di buona beva, che si caratterizza per una tonalità dorata molto tenue e dei profumi che ricordano la rosa ed a volte il litchi.
Una bocca dolce senza nessuna stucchevolezza. una acidità agrumata che allunga il vino, ottimo con dei biscottini alla cannella.
La cuvée 100 anni riprende un po’ qualche vecchia tecnica di assemblaggio di un secolo fa. Un soleras che all’aspetto sembra più un vino Tawny, con dei profumi che ricordano la nocciola e l’uva passa. Un vino appena dolce, generoso(ricco in alcol perchè è un vino mutato ossia aggiunto di alcol). Da accompagnare con una torta ai fichi oppure perchè no una Sachertorte.
Giovanni Curcio