Storie - Histories
Lo sapevate che l’Abbazia di Novacella è tra le attività più vecchie al mondo? Leggiamo il racconto di Sebastien Ferrara
Lo sapevate che l’Abbazia di Novacella è tra le attività più vecchie al mondo ?
Io fino a poco tempo fa non lo sapevo.
Alcuni scritti dicono che già nella prima metà degli anni 1000 alcuni vigneti erano posseduti dal monastero. Negli anni attraverso acquisti di terre ed alcune donazioni, l’incremento dei vigneti fu consistente. Interessante è il fatto che i loro vigneti vanno dai 600 ai 900 metri, per i bianchi, avendo così possibilità, anche nelle annate più sfavorevoli di avere uve più ricche in acidità in altura e meno nella parte bassa della valle.
L’enologo Celestino Lucin dirige l’orchestra in modo eccelso.
In molti dicono che il vino si fa in vigna…ed hanno ragione! Ma se in cantina nessuno sa controllare quello che accade il vino diventerebbe aceto.
Mi piace paragonare il mestiere dell’enologo ad un direttore d’orchestra.
Sono un musicista, per la precisione batterista e per molto tempo ho suonato tra gruppi rock, jazz, bande e orchestre.Il ricordo mi porta proprio a quei momenti, dove, il maestro teneva sempre tutti sotto controllo, cercando di far rispettare ad ogni musicista il tempo, il volume e l’intonazione, ecco l’enologo per me è il direttore d’orchestra.
Nell’ Abbazia di Novacella, tra le cose importanti… o forse quella più speciale è il TEAM WORK.
La compattezza del gruppo in cantina, come in qualsiasi altro mestiere è fondamentale. Potrei scrivere ore su questo tema..dalla coesione di una squadra di calcio alla perfezione di un arruolato in F1, oppure a quel muro che per anni ha diviso sale e cucine, camerieri e cuochi, che vediamo però ora finalmente cadere. ( Il Muro)
Se il Team Work viene a meno si rischia che ognuno vada per conto proprio, facendo grande difficoltà a raggiungere gli obbiettivi prefissati e in questo caso grandissima qualità dei vini.
Alcuni reperti archeologici dimostrano che già più di 2500 anni fa in questa zona si coltivavano i vigneti e si produceva vino, che era chiaramente molto diverso da oggi, condito con bacche, spezie e aromi.
Ammirando questi magnifici vigneti, possiamo solo immaginare quale sia stato il grandissimo sforzo di questi uomini e donne del passato, per costruire centinaia di muri a secco, fondamentali per svolgere un lavoro in sicurezza e meno faticoso, tra le collina e le montagne.
Ricordiamo alcuni dei vitigni più rappresentativi del luogo per esempio: Sylvaner, Müller Thurgau, Kerner e Riesling dove solo le esposizioni migliori, tra sud e sud ovest, riescono a dare il meglio. Ricordiamo che qui il clima è molto rigido e l’esposizione a differenza di zone più calde è fondamentale.
I magri terreni si mescolano alle forti escursioni termiche con ciottoli e sabbia, parti moreniche di origine glaciale, favorendo così la maturazione di queste splendide uve.
Le uve a bacca rossa si trovano più a valle tra i 250 e i 450 metri, in zone più miti e riparate, ma sempre ventilate. I vitigni qui sono il Pinot Nero, la Schiava, il Lagrein ed il succosissimo Moscato Rosa, qui i terreni sono più limosi e sabbiosi.
Producono 3 differenti linee di vini, quella classica, la Praepositus e Insolitus, 8 vini bianchi 2 rossi e 2 dolci.
I vini che a me hanno particolarmente colpito sono quelli della linea Praepositus, i loro Top Wines provenienti dai vigneti migliori, dalle vigne più vecchie e dalle migliori esposizioni.
Vini questi molto eleganti, freschi e piacevolissimi da bere. In particolare il Kerner, mio preferito, il Sauvignon, il Riesling ed il Gruner Veltliner sono emozionanti. Rispecchiano l’impronta del territorio, i profumi classici, sempre tesi ma senza far mancare la polpa che è decisamente avvolgente e gustosa in centro bocca. Finali minerali, lasciando la bocca sempre pulita e pronta ad accoglierne un secondo sorso.
Il Lagrein ed il Pinot Nero li preferisco con qualche anno alle spalle.
Il moscato rosa è straordinario, premetto che non sono fun del troppo zucchero nel vino in generale, ma questo ha una beva affascinate e dei profumi unici. Special Wine.
Le annate meno recenti posso solo confermare che hanno tenuto davvero bene, arricchendosi in complessità aromatica e generosità al palato.
Da non dimenticare tra le eccellenze Italiane!
Sebastien Ferrara
Direttore e Sommelier
Ristorante Enrico Bartolini Mudec
Milan