Degustazioni - Dégustations
L’azienda Mario Schioppetto, pioniere del Friulano, ci presenta la cuvèe “M”
Affidabile, preciso ed elegante. Ecco come mi piace presentare quanto segue. Si dovrebbe scrivere per ore per raccontare di questo terroir.
Mario Schiopetto era il padre, il pioniere di un vigneto che per anni era precipitato in un conflitto di opinioni con le terre ungheresi (il conflitto riguardava l’uva Tokai).
Nel 1965, di ritorno da un viaggio in aziende vitivinicole in tutta Europa, il Sig. Mario Schiopetto fonda la sua a Capriva del Friuli, un piccolo paese vicino ad Udine, diventando così un punto di riferimento di qualità, innovazione e rappresentanza del territorio.
Dal 2014 la vigna è gestita dalla famiglia Rotolo, con la quale intrattengo un rapporto bellissimo, amichevole e costruttivo, fatto di un continuo scambio di vedute e di idee. La produzione rispecchia la volontà del Sig. Mario, basata sul legame con la terra. Colgo l’occasione per condividere con voi uno dei vini per me più importanti: la cuvèe “M”. Questa cuvée è dedicata al fondatore Mario Schiopetto ed è prodotta con l’uva Friulano (anticamente chiamata Tokaj)proveniente dai vigneti impiantatei dalla Curia di Gorizia nel 1954, sul versante più soleggiato e quindi rivolte a sud.
Questo vino è prodotto e invecchiato in acciaio, e viene prodotto solo in annate eccezionali.
2015: un bel giallo paglierino intenso e brillante, una bocca dritta e note di frutta gialla, che mi ricordano la pera e la mela matura. Generoso e morbido, ha una bella mineralità. Lo avrei preferito, magari con più freschezza, ma il caldo di quel giorno non ha certo aiutato. Delle quattro annate, questa è sicuramente quella che dovrebbe essere consumata per prima.
2016: già nel colore troviamo più freschezza, è più gradevole negli aromi, più vivace, meno aspro rispetto al suo amico dell’anno precedente. Al palato è molto piacevole, asciutto e pieno. Trovo, in senso positivo, una netta differenza rispetto al 2015.
2017: vivace e in ottima forma. Equilibrio e sapidità sono gli elementi che più caratterizzano questo vino. Una bella bottiglia. Tra pochi anni sarà una grande bottiglia.
2018: Tutto quell’anno, mi ha detto Alessandro, è andato per il verso giusto: uve perfettamente mature, vinificazione senza problemi. Il risultato? Un ottimo vino! I profumi sono vivi e molto puliti, nessuna riduzione presente. In bocca è subito croccante, si percepisce la materia aggiuntiva, fresca in termini di acidità, avvolgente e ben equilibrata, darà grandi soddisfazioni a chi saprà aspettare.
Buona degustazione
P.S: la produzione dell’azienda è orientata anche verso altri vini, come Pinot bianco, Malvasia, Pinot Grigio, Sauvignon, Ribolla Gialla. Dai tempi di Mario ad oggi, nelle mani della famiglia Rotolo, questo vigneto è sempre stato impegnato in un progetto di sviluppo sostenibile. Dalla manutenzione del legno alla cattura dell’anidride carbonica, e quindi alla riduzione delle emissioni di CO2 all’utilizzo di prodotti a basso impatto ambientale.
Sebastien Ferrara
Direttore e Sommelier
Ristorante Mudec-Enrico Bartolini
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