Degustazioni - Dégustations

La storia di un’icona a Montalcino, raccontata da Davide Macaluso

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Era l’anno 2007, siamo nel cuore di Arezzo, piazza Grande, dove una mattina si presenta Alessandro Mori.

Da giovane ventisettenne ero affamato di storie e di persone legate al mondo del vino ed eccomi li, seduto a parlare con quello che ad oggi rappresenta un punto di riferimento per la denominazione.

Assaggiammo il Madonna delle Grazie 2003, annata non considerata eccelsa all’epoca ma che ribevuta oggi ha un suo carattere.

Nella bellissima chiacchierata Alessandro mi parlò della sua storia e di come fosse visceralmente innamorato di Montalcino, nonostante il suo dottorato in legge, il suo futuro sarebbe stato quello di produrre Brunelli eccelsi.

Dopo quella conversazione, come spesso accade quando ci troviamo di fronte ad un produttore che non conosciamo, lo andai a trovare.

Il piccolo paese di Montalcino, aggrappato in vetta ad una collina, ha una storia secolare dall’epoca etrusca. Percorrendo le vecchie strade del paese, si attraversa un antico Arco per trovarsi di fronte ad una lunga e ripida discesa che porta alla chiesa di Madonna delle Grazie.

Un’ipotesi sul nome è sicuramente legato agli avventori nei tempi passati che percorrendo la strada chiamata Sferracavallo per arrivare a Montalcino, alle porte del paese dopo la fatica dovuta all’estrema pendenza, rendevano grazie alla Madonna.

Il Marroneto si trova poco dopo, il nome deriva dal fatto che anticamente, dove oggi sono presenti le botti, venivano conservati i Marroni, frutto di cui il territorio è ricco.

Alessandro mi accolse subito come un amico, trasmettendomi quella passione che lo ha portato a ricevere i massimi punteggi.

In un’altra occasione portai una collega di un prestigioso ristorante spagnolo, lui entusiasta si avvicinò all’ormai mitica botte n° 18. Versò il vino nel bicchiere e con gli occhi pieni di gioia mi disse: “ lo senti quanto è unico?”

Dopo molte visite e vendemmie successive mi ha stupito nuovamente di recente.

“Alessandro, complimenti per avere raggiunto nuovamente i 100/100” gli dico io.

La sua risposta? Presentandomi Iacopo, suo figlio, che fieramente inizia a seguire le orme del padre, mi dice: “Vai con mio figlio ad assaggiare la 2020 dalle botti, poi mi dirai”.

Questo è Alessandro, un uomo che non si accontenta e non si ferma al risultato ottenuto, andrà oltre, regalandoci altre bontà.

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