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La fortuna di chiamarsi Bordeaux-l’inizio della storia di una grande leggenda.
Volevo iniziare un racconto semplice, che preferirei declinare in più “puntate”, per evitare di annoiarvi; sono indeciso se raccontarvi di un vino che porta il nome di una grande città oppure raccontarvi di una grande città che porta il nome di un vino!
Andiamo a scoprire qualche piccolo aneddoto su Bordeaux e i suoi vini: un posto ed una bevanda carichi di significati e simboli che hanno fatto del vino e del suo commercio un’unica leggenda, buona lettura.
Oggi, ci appare abbastanza evidente che le città più sviluppate e che hanno avuto maggiore successo nel commercio e nel dominio su altri popoli, si trovano tutte sull’Atlantico. Quest’oceano è così chiamato da Atlante, che, nella mitologia greca, era un titano che reggeva il globo sulle sue spalle; anche per i greci, sebbene conoscessero poco l’atlantico, questa grande quantità d’acqua era molto importante.
Inoltre se, sicuramente, per secoli il Mediterraneo è stato il centro del mondo, in seguito alla scoperta delle Americhe il baricentro si è spostato sull’Atlantico e nell’età elisabettiana, nel XVII secolo, tutto il commercio verteva ormai su Quest’oceano. La città vinicola più sviluppata all’epoca era sicuramente Bordeaux, poiché sarebbe stato troppo complicato spedire in un’altra parte del mondo dei vini di Beaune o anche del Reno per esempio: immaginate il viaggio che avrebbero dovuto affrontare questi poveri vini, quante peripezie, quanti saccheggi!
Bisogna ricordare, poi, che Bordeaux è sempre stata un po’ “sui generis”: città protestante, aquitana prima che francese, a tratti inglese e a tratti persino olandese; in breve per i puritani bordolesi “pecunia non olet”, il denaro non ha mai avuto né odore né bandiera e questo ha facilitato gli scambi con tutti.
Ma come ha fatto una regione agricola, in così breve tempo a diventare un porto importante, talmente importante da soppiantare anche La Rochelle? e poi, Bordeaux ha sempre commerciato vino? La prima domanda è piuttosto laboriosa e complessa mentre per la seconda, qualche spiegazione può chiarirci le idee.
Per rispondere in breve, Bordeaux ha sempre esportato vino, ma anche farina e olio, poiché dal XVII secolo era una città di porto influente, e come moneta di scambio ha spesso accettato schiavi; eh sì, perchè il porto aquitano è stato anche il centro della più grande tratta negriera.
Immaginate un po’ una famiglia protestante di negociants, che esportava il suo vino in Ghana, Togo, Benin, Nigeria, Angola, Mozambico a dei ricchi espatriati bianchi facendosi pagare in uomini e donne di sana costituzione, poco educati, completamente analfabeti e sottomessi a qualsiasi sorte; questa riportava, poi, il “bottino umano” in patria con l’intenzione di rivenderlo mille volte più caro poiché lo schiavo nero era considerato un bene esotico, a differenza del vino che era già parte integrante della cultura francese, europea e bianca. Nei paesi d’oltremare, africani e dei Caraibi, tuttavia, si verificava l’effetto opposto, il vino, come la farina bianca, l’olio, erano prodotti per ricchi, con un valore simbolico di potenza e ricchezza così importanti da essere scambiati contro degli uomini e delle donne.
Nomi come Laffont, Guestier (Barton & Guestier, Beychevelle), Stuttenberg(Biré et Verdonnet), Baour etc… creeranno la loro fortuna grazie allo schiavismo e al commercio dello schiavo, ottenendo anche un grande finanziamento per trasformare le fattorie in castelli, o almeno in maisons bourgeoises, e i depositi di botti in case aristocratiche chiamate maison de négoce. Un fiume di danaro che ha giovato così tanto al vino da renderlo un simbolo di ricchezza e dare ai suoi commercianti un potere politico fuori dal comune. Nessuna “derrata alimentare” da quel momento in poi, avrà mai così tanto potere quanto il vino.
Perchè vi parlo di tutto ciò?
Bordeaux ed i suoi vini sono sempre stati simbolo di opulenza, di ricchezza, ma anche di raffinatezza; è bene quindi conoscerne le fondamenta.
Concludo qui questa brevissima escursione sulla storia del commercio della capitale aquitana. In seguito, parleremo di come tutto ciò è evoluto, di cosa è successo dopo l’abolizione della tratta. Ovviamente i vini di questa grande regione, saranno poi l’avanguardia della tecnica per la conservazione, l’avanguardia della raffinatezza, ma soprattutto Bordeaux sarà la Mecca per tutti gli appassionati di vino.